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Immagine del redattoreMiriam Bella

Andrea Sannino fuori col nuovo album, racconta perché non scriverebbe l'inno del napoli

Aggiornamento: 4 mag 2023

C'è chi ha cantato Abbracciame almeno una volta nella vita e chi mente.

È certamente questo, infatti, il brano più noto di Andrea Sannino, cantautore partenopeo classe 1985, che martedì 2 maggio è stato nostro ospite in diretta telefonica, per presentare il suo nuovo lavoro.


Tanti pezzetti di Andrea, come lui stesso spiega, compongono Mosaico nome non casuale —, l'album che dal 21 aprile è disponibile su tutte le piattaforme.

Si tratta, per la precisione, della prima parte, e delle prime dieci tracce, di un progetto musicale composto da 20 brani, che vedrà a novembre il suo completamento.

All'interno, troviamo l'Andrea padre, marito, ma anche artista che a ogni occasione continua a donarsi al pubblico senza riserve.


E il primo pezzo del Mosaico, racconta Andrea, non poteva essere altro che Ammore, brano scritto nell'immediato post Covid e pubblicato nel 2021, periodo in cui, "pubblicare un album era ancora più una follia rispetto a oggi".

"Nell'era moderna — dichiara — io stesso faccio fatica a sentire un disco nella mia automobile, perché non esistono più i supporti per ascoltarli".


Tuttavia, Andrea si definisce un nostalgico e un romantico, che ha voluto "fortemente produrre questo album, fondendolo con delle chicche di modernità".

Chi acquisterà il supporto fisico, infatti, potrà godere dell'app a esso collegata e che porta il nome dell'artista: basterà scaricarla e inquadrare il QR Code, per accedere a contenuti esclusivi.


Tante le collaborazioni per questa prima parte di Mosaico: Gigi Finizio, Mario Biondi, Franco Ricciardi e Clementino. Proprio con quest'ultimo, Andrea dichiara di aver avuto lo scambio più interessate: "Il Rap è un genere che non ho avevo intrapreso né seguito, ma attraverso Clementino e altri conterranei che amo per come scrivono e si pongono, ne sono pian piano stato affascinato e ho pensato che era un tassello che non doveva mancare. Da Clementino, dalla sua energia e dal suo modo di scrivere ho certamente percepito qualcosa di nuovo".

Da ogni collaborazione, però, specifica ai nostri microfoni, cerca sempre di assorbire ciò che sente mancargli, a partire dal suo primo duetto con Lucio Dalla nel 2006 quando, giovanissimo, vinse i provini di un programma condotto da Antonella Clerici.



Ma se Abbracciame è stanno l'inno della resistenza, nei mesi del lockown, viene spontaneo chiedere ad Andrea, a poche ore dall'ufficialità del terzo scudetto del Napoli, se hai mai pensato di scriverne uno per la sua squadra del cuore, come già fece Nino D'Angelo nel 1992.

"Io non sono tifoso degli inni", risponde sicuro l'artista e continua: "Non sono un tifoso delle canzoni scritte apposta per diventarlo. Abbracciame è diventato un inno, ma nel tempo e perché lo ha scelto il popolo. Scrivere un inno per il Napoli Calcio, oggi sarebbe vista come un'operazione ruffiana, commerciale, perché ha vinto lo scudetto e tutti lo farebbero. Ci ritroveremmo con 20000 inni e quale sarebbe poi quello vero? Magari un giorno potrei anche scegliere di dedicare un brano alla mia squadra, ma non con l'intento che ne diventi l'inno".







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